Gaianews

La calotta polare artica sta scivolando nell’Oceano

Scritto da Leonardo Debbia il 05.02.2015

Le immagini satellitari hanno rivelato che dal 2012 una porzione della calotta di ghiaccio artico ha subito un assottigliamento di spessore di oltre 50 metri – circa un sesto del suo spessore originale – e che questa perdita di ghiaccio sta continuando ad aumentare 25 volte più velocemente.

kapp-mohn-ghiacciaio

Parte finale del ghiacciaio Kapp Mohn, parte della calotta Austfonna, che nel maggio 2013 aveva aumentato la sua velocità di 25 volte (crediti: Dunse et alii, The Cryosphere Discussion)

Un team guidato da scienziati del Centre for Polar Observation and Modelling (CPOM) dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, ha raccolto ed esaminato le osservazioni di otto missioni satellitari, effettuate da Sentinel-1A e CryoSat, ottenendo ottimi modelli climatici regionali, necessari per comprendere meglio le modalità di questa diminuzione di ghiaccio.

I risultati mostrano che nel corso degli ultimi due decenni la perdita di ghiaccio nella parte sud-orientale della calotta Austfonna, che copre l’isola di Nordaustlander, nell’arcipelago delle Isole Svalbard, è aumentata in modo considerevole.

In questo periodo la corrente di flusso del ghiacciaio ha accelerato la sua discesa di diversi chilometri all’anno e l’assottigliamento del ghiaccio si è propagato per più di 50 chilometri nell’entroterra, con una estensione di dieci chilometri in larghezza all’apice del ghiacciaio, nel punto più lontano dal mare.

“Questi dati sono un chiaro esempio di quanto rapidamente possano cambiare le calotte di ghiaccio e mettono quindi in evidenza le sfide legate alle proiezioni sul loro contributo al futuro innalzamento del livello marino”, afferma il prof. Mal McMillan, membro del team del CPOM e autore principale dello studio.

La ricerca, pubblicata su Geophysical Research Letters e riportata nei giorni scorsi ‘on line’ dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è la prima a servirsi di misurazioni effettuate dall’ultimo satellite messo in orbita, il Sentinel-1A, primo satellite utilizzato nel programma ‘Copernico d’Europa’, lanciato nel mese di aprile dello scorso anno, mentre CryoSat era in orbita già dal 2010.

“I nuovi satelliti, come il Sentinel-1A, e le missioni Cryosat, sono essenziali per le nostre proiezioni, perché ci permettono di monitorare sistematicamente le calotte di ghiaccio e avere così una migliore comprensione degli ambienti polari remoti”, dichiara McMillan.

Lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai sono responsabili per circa un terzo del recente innalzamento del livello globale del mare. Sebbene gli scienziati prevedano che in futuro si verificheranno ulteriori perdite di ghiaccio, resta tuttavia difficile poter determinare la esatta quantità, sia per la mancanza di osservazioni costanti che per la complessità della loro interazione con il clima.

“Diminuzioni del ghiaccio simili a quella che abbiamo osservato, sono un fenomeno ben conosciuto”, dice il prof. Andrew Sheperd, direttore del CPOM. “Tuttavia, quella che stiamo osservando qui è insolita perché si è sviluppata nel corso di un lungo periodo di tempo e sembra essere iniziata quando il ghiaccio ha preso a diventare sottile e la corrente ha cominciato ad accelerare la velocità di discesa verso la costa”.

E’ un fatto certo che la temperatura dell’oceano circostante sia aumentata negli ultimi anni, e questo potrebbe essere stato l’innesco dell’assottigliamento della calotta di ghiaccio.

“Se il riscaldamento dell’acqua dell’oceano e la fusione della calotta di ghiaccio siano fenomeni direttamente collegati o meno, resta, al momento, un quesito senza risposta. Trasferire i risultati conseguiti nei modelli dei flussi glaciali odierni può aiutarci a far luce sulle cause e anche migliorare le previsioni di perdita di ghiaccio globale e l’innalzamento del livello del mare per il futuro”, afferma Sheperd.

Le osservazioni satellitari a lungo termine restano, in ogni caso, la chiave per il monitoraggio di questi fenomeni, legati ai climi degli anni a venire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA