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Disastro BP: dov’è il petrolio fuoriuscito?

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 20.07.2011
Pellicani ricoperti di petrolio nel Golfo del Messico vengono ripuliti - Foto: fonte Wikipedia

Pellicani ricoperti di petrolio nel Golfo del Messico vengono ripuliti - Foto: fonte Wikipedia

Durante il disastro petrolifero del Golfo del Messico per la prima volta gli scienziati hanno potuto osservare petrolio e gas mentre uscivano direttamente da un pozzo nelle profondità dell’oceano, quello della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. Ciò che hanno potuto osservare permette una migliore comprensione di come l’inquinamento è partizionato e trasportato nelle profondità del Golfo del Messico e consente una migliore valutazione dell’ impatto ambientale causato dalla dispersione dell’olio, consentendo una valutazione più precisa delle ripercussioni precedentemente stimate sulla vita del fondo marino.
L’esplosione della piattaforma Horizon Deepwater nel mese di aprile 2010 è stata una catastrofe sia umana che ambientale. Riportare la fuoriuscita sotto controllo è stata una sfida enorme. Il problema principale era la profondità del pozzo, a quasi 1.500 metri sotto la superficie del mare. E ‘stata una situazione che non era mai stato affrontata prima, e l’inquinamento che ha scatenato con l’esplosione del gas in superficie non ha avuto precedenti nella storia. Molte ricerche sono  state effettuate dopo che i primi effetti sulla vita marina sono diventati visibile sulla superficie dell’oceano e nelle regioni costiere. Adesso il professore Samuel Arey dell’ École Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL)  e il Woods Hole Oceanographic Institute rivelano in anticipo nell’edizione online di Proceedings of National Academy of Sciences come petroliofuoriuscito e il gas si comportano nelle acque profonde.

Prendere il largo
In June 2010, with the help of a remotely operated vehicle (ROV), Woods Hole scientists reached the base of the rig and gathered samples directly from the wellhead using a robotic arm. The oceanographers also made more than 200 other measurements at various water depths over a 30-kilometer area. These samples were then analyzed with the help of the US National Oceanic and Atmospheric Administration and the dissolution of hydrocarbons was modeled at EPFL. This model showed how the properties of hydrocarbons are important in understanding the wellhead structure and pollution diffusion—how pollution spreads out—in the depths.

Nel giugno 2010, con l’aiuto di un veicolo comandato a distanza (ROV), gli scienziati del Woods Hole hanno raggiunto la base della piattaforma e raccolto campioni direttamente dal pozzo utilizzando un braccio robotico. Gli oceanografi hanno effettuto anche più di 200 altre misurazioni a diverse profondità nell’arco di 30 km. Questi campioni sono stati poi analizzati con l’aiuto della US National Oceanic and Atmospheric Administration e la dissoluzione di idrocarburi è stato modellata al Politecnico di Losanna. Questo modello ha mostrato come le proprietà degli idrocarburi sono importanti nella comprensione della struttura del pozzo e della diffusione dell’inquinamento, cioè di come l’inquinamento si estende in profondità.

Dal ROV al laboratorio

Il laboratorio di analisi ha portato gli scienziati a descrivere per la prima volta le basi fisiche per le traiettorie in mare profondo degli idrocarnusi  solubili in acqua  come metano, benzene, naftalene. I ricercatori hanno osservato, per esempio, che poco più di 1.000 metri sotto la superficie, un pennacchio si era diffuso fuori dal pozzo petrolifero originale, muovendosi orizzontalmente in una direzione sud-ovest con le correnti. A differenza di una fuoriuscita di superficie, in cui questi composti volatili evaporano nell’atmosfera, nelle acque profonde sotto pressione, i componenti degli idrocarburi leggeri prevalentemente si sciolgono o formano idrati, composti contenenti molecole d’acqua. E a seconda delle loro proprietà, la miscela risultante complesso può affiorare,affondare, o addirittura rimanere sospesa nell’ acqua, e possibilmente andare a danneggiare la vita del fondo marino lontano dalla falla originaria.

Confrontando il petrolio e il gas che fuoriescono dal pozzo con la miscela in superficie Samuel Arey, responsabile del Laboratorio Ambientale Modellazione Chimica e  i suoi colleghi sono riusciti a dimostrare che la composizione dei pennacchi nelle profondità marine  potrebbe essere spiegata dalla dissoluzione significativa degli idrocarburi alla profondità di 1 chilometro. In altre parole, una parte importante del petrolio si estende in pennacchi sott’acqua, pertanto abbiamo bisogno di una valutazione più precisa delle ripercussioni future precedentemente stimate sulla vita del fondo marino. Il metodo di Arey offre una stima migliore di come viaggia l’inquinamento e delle potenziali conseguenze degli sversamenti in mare profondo.

Arey ha infatti affermato che “La modellazione del destino degli idrocarburi nelle acque profonde necessita di un nuovo approccio, con una visione globale, al fine di comprendere correttamente l’impatto dell’inquinamento”.

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