Gaianews

La Regione Abruzzo confusa sul futuro dei Parchi: ancora riperimetrazioni al Sirente Velino

Scritto da Federica di Leonardo il 26.07.2013

Ieri con una conferenza stampa a L’Aquila il consigliere regionale PRC Maurizio Acerbo e un gruppo di associazioni ambientaliste, escluse WWF e Legambiente, hanno lanciato l’ennesimo allarme per un nuovo tentativo di riperimetrazione di un Parco Regionale, quello del Sirente Velino, in Abruzzo.

Piana di Campo Felice

Piana di Campo Felice

La Regione Abruzzo è in confusione riguardo alle aree protette, questo è sempre più chiaro. Cambiare i confini di un’area protetta in Abruzzo, infatti, non è affatto un’eccezione. Succedeva negli anni ’90 al Parco Regionale Sirente Velino, è successo l’anno scorso con la riserva regionale del Borsacchio, è successo sempre l’anno scorso con il Parco Sirente Velino, e ora, il martoriato Parco dovrebbe essere tagliuzzato per ulteriori 4.200 ettari per far posto a cacciatori e costruttori, affinchè si dia slancio al turismo. La proposta arriva dal Consigliere PDL Luca Ricciuti, che già la aveva avanzata lo scorso anno. Ma non si è dato per vinto, Ricciuti, che rinnova la proposta , per vie che destano qualche sospetto, secondo gli ambientalisti, Salviamo l’Orso, LIPU e ALTURA, insieme con Rifondazione Comunista, che scrivono nel comunicato: “Ci lascia perplessi che il Presidente della seconda commissione abbia deciso – avvalendosi del regolamento – di portare in aula un provvedimento il cui iter in commissione non era ancora concluso, ma soprattutto che insista su un’impostazione di questo genere.”

Piani di Pezza

Un’area protetta non può essere tale un giorno sì e l’altro no, la natura ha i suoi tempi e cambiando repentinamente progetti si rischia di sprecare denaro inutilmente. Infatti, siccome il Parco Regionale Sirente Velino ospita specie rare e importanti: orso marsicano e grifone, solo per citarne due, e ora anche il camoscio, (con tanto di comunicati ufficiali per l’arrivo dei nuovi individui), l’Europa finanzia con centinaia di migliaia di euro in progetti LIFE.

Ma la Regione Abruzzo, se è pronta a ricevere denaro per proteggere la natura, ci mette poco a cambiare idea e interpretare il territorio con un altro progetto. Una schizofrenia che rende incomprensibile la vision per il territorio e i cittadini di quella che dovrebbe essere la Regione Verde dei Parchi.

E la schizofrenia produce i suoi frutti: a dicembre scorso avevamo reso noto il caso di un’area interessata da finanziamenti europei, poi ritagliata fuori dai confini per motivi non del tutto chiari e forse riconducibili agli interessi di pochi allevatori, che è stata poi oggetto di una vera e propria mattanza da parte di bracconieri.

Così continua la battaglia fra chi, come ci ha dichiarato candidamente il sindaco di Rocca di Cambio,
Gennarino Di Stefano, quando la proposta fu avanzata per la prima volta, vorrebbe meno vincoli per costruire alberghi, case e strade e chi, come gli ambientalisti, vorrebbero conservare la vocazione di regione verde d’Europa e salvaguardare la biodiversità protetta a livello europeo.

E’ chiaro anche che con i recenti allarmi sul consumo del suolo lanciati da ISPRA la soluzione di creare economia costruendo case, strade e alberghi in aree protette risulta almeno anacronistica.

E d’altra parte le spinte per investimenti immobiliari ci sono e sono forti. Lottizzazioni attendono di essere sbloccate in varie zone interessate dalla riperimetrazione. Nella piana di Campo Felice, che ospita endemismi rari, si affacciano addirittura gli interessi della Gaz-Prom, come riportato dal Centro.

Basterebbe allora dichiararlo chiaramente: conservazione e turismo sostenibile o colate di cemento e costruzioni? La risposta si attende dalla riunione del Consiglio Regionale di martedì prossimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Francesco scrive:

    Mi sfugge il nesso causale tra riperimetrazione, che è un eufemismo per dire taglio brutale di una porzione consistente del Parco (zonizzazione è altra cosa …) e un eventuale miglioramento nel funzionamento del Parco stesso.

    Io vedo solo il tentativo di prevalere di interessi privati di pochi sopra il bene pubblico di tutti, mentre le coscienze sonnecchiano beatamente.

    Sveglia e su la testa !

  • antonio scrive:

    Ha ragione chi propone la nuova zonizzazione, i parchi devono funzionare non essere il giardino privato, il poltronificio ed il bancomat di pochi eletti.
    Legambiente e WWF sono i principali responsabili della morte dei parchi italiani. Queste due multinazionali che si dicono solo a parole ambientaliste hanno rastrellato le risorse dei parchi per impinguare i loro bilanci facendo inoltre nominare propri dirigenti quali direttori e presidenti, Direttori e Presidenti che hanno una sola caratteristica in comune “l’incompetenza”.
    Una domanda semplicissima perché i ministri devono pubblicare la propria dichiarazione dei redditi e i dirigenti delle associazioni ambientaliste, i presidenti ed i direttori dei parchi no? Non solo la dichiarazione dei redditi ma anche il curriculum vitae!! Ogni parco ha un sito internet chi comincia?