©FAO/Pietro Cenini
Secondo uno studio condotto dalla FAO in 60 paesi tropicali, le foreste di teak, un albero che viene coltivato e trattato perchè il suo legno viene utilizzato non solo per l’arredamento delle imbarcazioni, ma soprattutto nelle realizzazione di ponti di navi, senza richiedere alcun trattamento preservante, sono in declino in tutto il mondo e che il legno che se ne estrae sta diventando di scarsa qualità. D’altro canto lo studio rivela anche che le foreste che sono state piantate dall’uomo, quando ben gestite, producono un legno di alta qualità.
Le foreste di teak naturale crescono solo in quattro paesi del mondo: India, Laos, Myanmar e Thailandia. Nel 2010 la loro superficie complessiva è stato stimata in circa 29 milioni di ettari (ha), di cui la metà cresce in Myanmar. Il Myanmar è l’unico paese che attualmente produce teak da foreste naturali – India, Laos e Thailandia hanno il divieto di tagliare le foreste naturali.
Secondo l’indagine, l’area delle foreste di teak è diminuita di 385.000 ettari a livello mondiale, o dell’ 1,3 per cento, tra il 1992 e il 2010. Le riduzioni sono state particolarmente notevoli in Laos (68.500 ettari), in India (2,1 milioni di ettari) e in Myanmar (1,1 milioni di ettari). In Thailandia, il divieto assoluto di taglio delle foreste naturali introdotto nel 1989 può aver contribuito al recupero delle foreste naturali di teak, che vengono segnalate in aumento di 2,9 milioni di ettari, secondo il rapporto FAO.
“I dati forniti dallo studio devono essere valutati attentamente”, ha detto Walter Kollert, forestale della FAO. “È difficile ottenere cifre precise sul declino delle foreste di teak, perché gli alberi di teak crescono misti alle foreste di latifoglie e alle foreste tropicali sempreverdi che hanno una quota di teak compresa tra 4 e 35 per cento.”
Il teak è uno dei legni più importanti e preziosi del mondo, e le piantagioni di teak hanno attratto ingenti investimenti del settore privato in Africa, Asia e America Latina. Di conseguenza, la superficie piantata è aumentata in Africa (Benin, Ghana, Nigeria, Tanzania), America Centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Panama), Sud America (Ecuador, Brasile) e Asia (India, Indonesia, Myanmar, Laos).
“Anche se il tempo per cui gli alberi raggiungono dimensioni raccoglibili è relativamente lungo e dura in media tra i 20 e gli 80 anni, le piantagioni di teak fungono per le comunità locali come un “conto di risparmio” e nel lungo periodo aiutano i piccoli agricoltori a migliorare le proprie condizioni di vita e il sostentamento dei loro figli”, ha aggiunto Kollert.
In the future it can be expected that sustained production of teak logs from natural forests will be further limited due to continuing deforestation and competition for environmental services, according to Kollert. “Supply trend points to a continuing decline in the volume and quality of natural teak, which results in progressive loss of genetic resources. This is why it is essential in the near future to plan, organize and implement a programme for the genetic conservation of native teak resources in the four countries with natural teak forests,” he stressed.
In futuro si può prevedere che la produzione sostenibile di tronchi di teak da foreste naturali sarà ulteriormente limitata a causa della deforestazione continua e della concorrenza per i servizi ambientali, secondo Kollert. “Lo sfruttamento delle foreste conduce ad una diminuzione della qualità del teak naturale, che si traduce in una perdita progressiva della variabilità genetica. Per questo motivo è essenziale in un prossimo futuro pianificare, organizzare ed attuare un programma per la conservazione genetica del teak nei quattro paesi con foreste di teak naturale “, ha sottolineato.
L’Asia detiene più del 90 per cento delle risorse di teak del mondo, e l’India da sola gestisce il 38 per cento delle piantagioni mondiali. I principali flussi commerciali di teak di tutto il mondo sono diretti verso l’India, mentre la produzione indiana viene elaborata all’interno del paese.