Gaianews

Le tigri imparano a fare il “turno di notte” per convivere con gli umani

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 05.09.2012

Center for Systems Integration and Sustainability, Michigan State University

La convivenza fra fauna selvatica e esseri umani è spesso pensata nel senso dell’ alternativa: o si salva l’uno o l’altra. La convivenza, la ricerca di una via di mezzo e di un compromeeso è cosa piuttosto difficoltosa, anche perchè è inteso che le soluzioni le debbano trovare gli uomini. In Nepal è successo qualcosa di molto diverso. Le tigri che vivono nel Parco di Chitwan, che è sfruttato anche dagli umani per i servizi ecosistemici, hanno imparato ad adattarsi alla presenza degli uomini attraversando le strade solo di notte e lasciando spazio libero agli uomini di giorno.

La scoperta, che è piuttosto nuova per coloro che si occupano di conservazione, si inserisce in quel filone che prende in considerazione contemporaneamente sia gli uomini che gli animali come inseriti in un unico contesto.

“Il nostro pianeta sta diventando sempre più affollato e abbiamo bisogno di trovare soluzioni creative che considerino sia gli umani che gli ecosistemi naturali”, ha detto Jianguo “Jack” Liu, che con il dottorando Neil Carter e tre studiosi nepalesi hanno scritto un articolo pubblicato su PNAS. “La sostenibilità può essere raggiunta se abbiamo una buona comprensione delle connessioni complesse tra i due mondi. Abbiamo scoperto che in Nepal sta accadendo qualcosa di molto interessante che sembra promettente sia per gli esseri umani che per la natura.”

Secondo il senso comune le tigri hanno bisogno di molto spazio e la loro convivenza con gli uomini non è ritenuta possibile, tanto che le persone devono trasferirsi a seconda di dove le tigri si muovono.

Carter ha messo delle fototrappole per due stagioni per rilevare le tigri, le loro prede e le persone che camminano per le strade del Parco.
Chitwan, immerso in una valle dell’Himalaya, è la patria di circa 121 tigri. La gente vive ai confini del parco, ma basa la propria economia sulle foreste per i servizi ecosistemici, come il legno e le erbe. Si avventurano su strade sterrate e sentieri stretti dove vengono immortalati dalle fototrappole di Carter. Le strade sono percorse anche da pattuglie militari per contrastare i bracconieri.

Osservando le immagini Carter ha scoperto che le tigri e gli uomini camminano esattamente sulle stesse strade, ma in orari diversi. Le tigri utilizzano proprio quelle zone per la caccia, gli accoppiamenti e il controllo del territorio in genere in tutte le ore del giorno e della notte. Ma in questo caso sembra che le tigri abbiano ridotto il loro orario solo alla notte per non sovrapporsi alle attività degli uomini.Per il momento sembra che il numero delle tigri sia costante, mentre la popolazione è in aumento.

“E’ un conflitto fondamentale per le risorse”, ha detto Carter. “Le tigri hanno bisogno di risorse, la gente ha bisogno delle stesse risorse. Se operiamo secondo ciò che si è sempre pensato e cioè che le tigri possano sopravvivere solo con lo spazio dedicato a loro, ci sarebbe sempre conflitto. Se la nostra priorità è la gente, le tigri perdono. Se la nostra priorità sono le tigri, la gente perde.

“Le condizioni per le tigri in Chitwan sono buone”, ha continuato. “Il numero di prede è elevato, le foreste fuori del parco stanno crescendo e il bracconaggio è scarso. Tuttavia, le persone, sia turisti che residenti locali, frequentano le foreste di Chitwan. E’ necessario che le Tigri utilizzino lo stesso spazio come le persone, se si vuole avere una convivenza a lungo termine. Quello che stiamo imparando a Chitwan è che le tigri sembrano adattarsi a far funzionare la convivenza. ”
Dall’inizio del 20° secolo, la popolazione mondiale di tigri selvatiche è diminuita del 97 per cento fino a circa 3.000 individui. Le tigri ancora esistenti nel mondo, sono state relegate in piccoli spazi e devono condividere gli spazi con gli esseri umani se vogliono sopravvivere.

“Sembra che ci sia una via di mezzo in cui si potrebbe effettivamente essere in grado di proteggere le specie a densità elevate e dare alle persone l’accesso a beni forestali di cui hanno bisogno per vivere”, ha detto Carter. “Se è successo qui, allora può accadere anche in altri luoghi, e il futuro delle tigri potrebbe essere molto più luminoso di quanto avremmo pensato.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA