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Incredibile Giulio Tremonti: balle sull’eolico, solo frutto di corruzione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 18.09.2010

Giulio Tremonti. Copyright World Economic Forum (www.weforum.org), swiss-image.ch/Foto di Peter Klaunzer

Il ministro dell’Economia si è lasciato andare a dichiarazioni davvero incredibili sulla questione dell’eolico: “Il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grandi e la quota di maggioranza francamente non appartiene a noi”, ha detto Giulio Tremonti a Cortina d’Ampezzo. “Con Berlusconi abbiamo già stilato un documento fatto di otto punti – ha spiegato Tremonti – che poi magari diventeranno cinque. Un punto che ci penalizza è quello del nucleare: noi importiamo energia. Mentre tutti gli altri paesi stanno investendo sul nucleare noi facciamo come quelli che si nutrono mangiando caviale, non è possibile. Non dobbiamo credere a quelli che raccontano le balle dei mulini a vento, le balle dell’eolico, vi siete mai chiesti perchè in Italia non ci sono i mulini a vento? Quello dell’eolico è un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare e di cui noi non abbiamo certo la quota di maggioranza”.

Prime reazioni dal WWF. Già parlando al forum dei giovani di Confcommercio a Venezia, il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha posto il nucleare tra gli elementi di “innovazione” necessari all’Italia per competere con gli altri paesi e guadagnare indipendenza dai combustibili fossili. Secondo il WWF, Tremonti dovrebbe ricordar che il nucleare non è affatto nuovo e innovativo,  anche alcuni grandi paesi (la Germania) hanno tuttora in programma di abbandonarlo, che il numero delle centrali nel mondo è lo stesso da vent’anni (circa 440 unità e nei prossimi anni le centrali nucleari che saranno spente per ragioni tecniche od economiche sono in numero maggiore di quelle che entreranno in funzione) e che il nucleare non dà affatto indipendenza energetica, visto che si basa sull’uso di un combustibile, l’uranio, che non è infinito e che non viene estratto in Italia.

Il nostro Paese non possiede significative riserve di uranio e quindi sarebbe costretto ad importarlo da altri paesi. Quindi se decidessimo di puntare sul nucleare per produrre l’energia elettrica sostituiremo la dipendenza dai combustibili fossili tradizionali con quella dall’uranio: veramente un bell’acquisto… Tutto questo senza considerare che l’uranio è una risorsa assai limitata, che necessita di una complessa filiera (che va dall’estrazione all’arricchimento del minerale) tutta in mano di pochi paesi, quali la Francia, ma non l’Italia. Quindi, oltre alla dipendenza energetica, col nucleare, aggiungeremmo una dipendenza tecnologica. In sostanza per il “sistema Italia” il danno sarebbe doppio.

Peraltro occorre rammentare come il nucleare serva solo a produrre (a caro prezzo) l’energia elettrica, ma l’elettricità rappresenta appena un 20-25% dell’energia complessivamente consumata da un paese industrializzato che, invece, è prevalentemente usata a scopo termico o come combustibili per i trasporti. Forme di energia per cui il nucleare serve piuttosto a poco.

Del resto la Francia, che genera circa il 78% della propria energia elettrica dal nucleare, ha un consumo procapite di petrolio più alto di quello italiano. Suggeriremmo al ministro dell’Economia di guardare davvero al futuro e all’innovazione in economia, come del resto stanno facendo tutti i Paesi del mondo, con enormi investimenti anche nella ricerca, puntando sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili.

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