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Grosseto: “mai più lupi a metà”
Approvato il piano contro il randagismo canino

Un piano storico che permetterà di risparmiare anche più di 1 milione di euro, salvaguardando cani, lupi e allevatori. Ora spetta ai comuni implementarlo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.04.2014

Parte a Grosseto un piano pionieristico per gestire il randagismo canino. Approvato dalla Provincia di Grosseto ora il piano dovrà essere implementato dai comuni. Se tutti i comuni lo mettessero in pratica si realizzerebbe un risparmio tra 700mila e un 1milione e 200 mila euro.

La Toscana è stata teatro di efferati atti contro il lupo, di campagne mediatiche al limite della legalità da parte delle associazioni degli allevatori, ma è anche il luogo in cui la Regione promette di spendere 5 milioni di euro per un piano che protegga il lupo, gestisca i cani randagi, e garantisca gli allevatori, ed è  anche il luogo in cui per la prima volta tutti gli attori interessati istituzioni, asl, allevatori, cacciatori, associazioni ambientaliste e animaliste si siedono attorno ad un tavolo, discutono a lungo, e riescono a trovare il giusto compromesso che ha consentito l’approvazione da parte della Provincia di Grosseto del piano per la gestione del randagismo canino, realizzato nell’ambito del progetto europeo Life Ibriwolf

randagismo canino

Benny, uno dei primi sette cani randagi catturati tra settembre e ottobre 2012 nei pressi di Manciano (Grosseto), primo risultato del progetto LIFE Ibriwolf. Sono ora custoditi presso il canile Zooservice di Leprai, dove hanno ricevuto un nome. I veterinari della ASL li hanno visitati, applicando loro il microchip di riconoscimento.
Nonostante gli occhi dolci che non possono non intenerirci, un cane libero nell’ambiente naturale ha la stessa potenzialità di un lupo nel catturare prede, siano esse cinghiali e caprioli oppure pecore e vitelli allo stato brado. Ma, soprattutto, essendo una stessa specie, mette a repentaglio il patrimonio genetico del lupo (Foto Dario Petrucci/Provincia di Grosseto/Life Ibriwolf)

Nel documento rivolto ai comuni si trovano le indicazioni per gestire e ridurre il fenomeno: “Il crescente numero di randagi può creare problemi di salute pubblica, in quanto i cani lasciati liberi di vagare sono potenziali vettori di malattie. Il randagismo pone, inoltre, problemi di sicurezza, e problemi socio-economici per i danni agli allevamenti e i costi elevati legati al controllo, alla cattura e al mantenimento nei canili. I cani vaganti interferiscono nella competizione alimentare e territoriale con altri carnivori soggetti a programmi di conservazione e comportano la perdita di identità genetica del lupo”, spiegano da Ibriwolf in una nota.

ibrido di lupo

Un ibrido ripreso a Stribugliano dalla fototrappola dei ricercatori Lorenzo Manghi e Elisabetta Tosoni, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma.

Ogni cane, si legge nella nota, costa ogni anno fra i 669 euro ad un massimo di 2.609 euro. La strategia tracciata nel documento potrebbe essere risolutiva a livello economico soprattutto in un momento in cui  “il finanziamento per gli interventi in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo (in attuazione della LN 281/1991) è stato ridotto del 93%: dai 4 milioni di euro stanziati nel 2010, la dotazione finanziaria annuale contenuta nello stato di previsione del ministero della Salute per il triennio 2013-2015 si è ridotta a 332mila euro nel 2013, 330mila euro nel 2014 e 325mila euro nel 2015.”

Ma cosa prevede il piano? Individuando delle zone prioritarie il piano prevede “il monitoraggio sanitario dei cani di proprietà; la verifica dei microchip e dei tatuaggi che attestano l’iscrizione all’anagrafe canina; campagne di sterilizzazione nei territori rurali; la formazione di un albo di veterinari specializzati nella cattura di randagi; misure per incentivare l’adozione di cani abbandonati con prestazioni sanitarie gratuite; sensibilizzazione nelle scuole contro l’abbandono e sulle regole da rispettare quando si è proprietari di un cane; censimento dei cani da guardiania e conduzione; coordinamento e gestione degli avvistamenti e dei dati genetici.”

Per sensibilizzare la popolazione e favorire l’implementazione del piano, nell’ambito del progetto Life Ibriwolf sono stati creati 3 volantini che spiegano come gestire il proprio cane agli allevatori, ai cacciatori e nel caso di cani da compagnia.

Randagismo canino

Inoltre è stato realizzato un manifesto che indica gli eventi principali di sensibilizzazione contro il fenomeno degli ibridi: la locandina è titolata “Mai più lupi a metà”. Incontri in piazza, informazioni porta a porta e incontri nelle classi saranno gli strumenti per comunicare alla popolazione i rischi che derivano da una cattiva gestione del proprio cane. A questo proposito è stato anche realizzato  uno spot.

Il prossimo passo sarà quello di favorire l’implementazione del piano da parte dei comuni. Sarà poi istituito un tavolo tecnico che seguirà l’implementazione e adeguerà le azioni alle particolari esigenze.

Enzo Rossi, assessore provinciale all’agricoltura ha dichiarato: “uno dei nostri obiettivi è proprio quello di sensibilizzare i cittadini, da un lato per ridurre i casi di abbandono, dall’altro per favorire le adozioni, in modo da svuotare i canili, far stare meglio questi animali, ed alleviare il peso sulle casse dei Comuni. Solo con l’assunzione, da parte di tutti, di comportamenti corretti sarà possibile ridurre il fenomeno del randagismo, tutelando gli allevamenti e contribuendo alla difesa del patrimonio genetico del lupo. Se tutti i Comuni e i gruppi di interesse mettono in pratica le misure del piano si prevede entro 5 anni un risparmio tra i 700mila e un 1milione e 200 mila euro circa, al netto degli investimenti previsti da tutte le misure”.

 

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  • dicolamia1953 scrive:

    Sulle pagine di GraPress, e di altri blog Animalisti, in rif. alle uccisioni dei lupi in
    Toscana, e in altre parti d’Italia, ho commentato più o meno così :

    Il lupo è carnivoro, e in natura deve seguire il Suo istinto di predatore, e cibarsi di
    quegli animali che sono anziani, debilitati, disorientati per malattia, e
    quindi il lupo contribuisce alla selezione naturale della fauna.

    Allora mi chiedo : se al lupo si toglie l’opportunità di cibarsi di queste tipologie di
    animali, perché Qualcuno si è inventato la caccia di selezione, agli ungulati e
    ad altre specie di animali, questo lupo a quali tipologie di animali si deve
    rivolgere ? alle pecore ? ai cavalli ? ai vitelli ? o deve andare al negozio a
    comperare le crocchette ?

    Allora faccio questa proposta :

    Fate una Legge improrogabile che vieti la caccia di selezione alle prede abituali del
    lupo, e della volpe, e tutte le possibili deroghe di questa caccia spietata.

    Non voglio più leggere che si uccidono i lupi perché girano intorno agli allevamenti, i
    lupi devono stare sulle montagne, e si deve vietare la caccia agli ungulati, e
    alle prede abituali del lupo, con buona pace per Tutti.

    E’ una cosa vergognosa che si sentano sempre notizie di uccisioni, di lupi trovati morti
    sulle piazze di alcune Città, è vergognoso in un Paese che si reputa civile,
    nel 21° Secolo, che avvengono ancora queste barbarie, sempre a danno di animali
    indifesi.

    E anche le battute alla volpe, dovrebbero essere vietate del tutto, perché è inammissibile che l’uomo cacciatore debba prevaricare le prede destinate ai carnivori, che sono costretti ad alimentarsi uccidendo animali domestici, perché non trovano
    più il loro alimento naturale.
    La selezione naturale la deve esercitare il predatore, il lupo e la volpe, e non l’uomo con il fucile, perchè il solito Qualcuno debba continuare a divertirsi e il solito Qulcun Altro debba continuare ad arricchirsi.

    Nessuno ha il diritto di togliere la vita al lupo e alla volpe, solo per alimentare uno
    squallido comportamento che continuano ancora a definire “Il nobile Sport della
    Caccia” …