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Un futuro per l’orso marsicano? Intervista a Renato Grimaldi, Ministero dell’Ambiente

Scritto da Federica di Leonardo il 13.03.2013

Dopo i gravissimi episodi di bracconaggio avvenuti nel Parco Nazionale d’Abruzzo, l’allarme lanciato dal professor Luigi Boitani e le dichiarazioni del dottor Piero Genovesi dell’ISPRA sulle gravi condizioni dell’orso marsicano, abbiamo intervistato il dottor Renato Grimaldi, Direttore generale per la protezione della natura e del mare presso il Ministero dell’Ambiente.

Il dottor Grimaldi ha convenuto sul fatto che la situazione dell’orso marsicano è delicata e ha dichiarato che attualmente l’orso è fra le priorità del Ministero. Secondo Grimaldi, il PATOM, il Piano d’Azione per la tutela dell’orso marsicano, è ancora valido, ma per implementarlo c’è bisogno della collaborazione di tutti gli enti e le comunità coinvolte.

Domanda: Recentemente si è tenuta presso il Ministero una riunione con la dirigenza e i responsabili scientifici del PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise)Quali sono le motivazioni che hanno portato alla convocazione della riunione?Qual è stato l’ordine del giorno? Sono stati indicati degli obiettivi particolari durante la riunione o date delle particolari direttive?

 Renato Grimaldi: Abbiamo convocato questa riunione perché il Ministero cura con concretezza e attenzione le tematiche legate a questo animale che ci sta a molto a cuore proprio perché siamo a conoscenza della difficile situazione che attraversa e perché siamo consapevoli dell’esigenza di dover rafforzare un impegno congiunto. La riunione con il Parco d’Abruzzo, naturalmente, è una parte di questa attività perché ovviamente cerchiamo di massimizzare con un approccio sinergico quanto previsto  dal piano d’azione a partire dalle azioni previste dal progetto Life Arctos. Stiamo cercando di avviare queste sinergie anche tenendo conto della difficile situazione finanziaria che vive il paese.

 D: Il dottor Piero Genovesi dell’ISPRA ha recentemente dichiarato a Gaianews.it che la situazione dell’orso marsicano è molto preoccupante, che è necessario un maggiore sforzo rispetto a quanto si sta facendo (non in termini finanziari) , per salvare l’orso marsicano dall’estinzione. Il dottor Genovesi ha inoltre dichiarato che il PATOM è uno strumento ancora valido e che le azioni in esso indicate andrebbero implementate con urgenza. Nel dicembre scorso il dottor Eugenio Duprè in un’intervista a Gaianews.it esponeva invece i propri dubbi riguardo alla validità del PATOM. Qual è la sua posizione in proposito? Il PATOM è un piano ancora valido? Con quale grado di urgenza andrebbe implementato?

 R.G.: Il dottor Genovesi e l’ISPRA per noi sono “come l’oracolo” per le problematiche tecnico-scientifiche. Noi ci preoccupiamo delle politiche con i connessi profili gestionali, amministrativi e finanziari. Occorre inserire i problemi di cui stiamo parlando nel plesso ampio delle problematiche che viviamo tutti in questo momento storico. E‘ chiaro che le amministrazioni territoriali si scontrano con difficoltà operative di vario genere e magari assumono minori priorità rispetto a ciò che un tempo seguivano con maggiore serenità. Il dato di fatto è che noi pensiamo che la situazione sia delicata e che ci sia una complessità gestionale che va razionalizzata. Da questo punto di vista stiamo avviando un’interlocuzione con tutti gli attori, in maniera sobria e serena.

 

Orso Ernico: Foto F. Culicelli

Orso Ernico: Foto F. Culicelli

D: Secondo lei il PATOM è uno strumento ancora valido? Ad oggi tutte le scadenze per l’implementazione delle azioni del PATOM sono trascorse. Secondo lei quali sono le cause di questo fallimento?  

R.G.: I piani d’azione sono tali perché si verificano in corso d’opera: se c’è una criticità ci si interroga se sia causata dal piano in quanto tale o se si riscontri solo in fase gestionale. Non siamo ricercatori, non abbiamo opinioni né pubblicazioni da fare. C’è in atto una riflessione in senso ampio, che non può che concernere anche le implicazioni sociali e sociologiche delle problematiche della conservazione. Mi pare che ci siano delle difficoltà nell’implementazione del PATOM. Il problema è soprattutto far collaborare tanti soggetti diversi. Lei pensi la difficoltà  che ha il Paese a sinergizzarsi per qualsiasi politica. Quindi si figuri su una problematica così delicata e specifica, nel tempo e nel contesto ampio delle difficoltà che vive il Paese. Il lavoro però è partito su due fronti: sia come Autorità di Gestione del PATOM che come Life Arctos.

 D.: In che senso l’Autorità di Gestione è partita? Che io sappia si è riunita una sola volta in un anno e mezzo…

R.G.: Si riunirà di nuovo giovedì 14 marzo, dopo il recente incontro con il PNALM, l’avvio del Tavolo Tecnico del PATOM e i contatti avviati con le Regioni coinvolte. E’ altrettanto vero però che per noi questo tema pur rilevantissimo va comunque collocato tra le mille priorità quotidiane di cui ci occupiamo. Non siamo solo la “direzione dell’orso”: ci occupiamo dei parchi e delle aree marine protette nazionali, degli Ogm, di tutte le specie della flora e della fauna, della Concordia, delle trivellazioni, della tutela del mare e della lotta operativa agli inquinamenti, dei SIC e ZPS, della CITES, del paesaggio, del camoscio d’Abruzzo, tutti temi nel cui ambito dobbiamo stabilire delle priorità.
Ovviamente, nel momento in cui si pone, il problema dell’orso è una priorità. Devo ricordare anche che come Ministero veniamo dal martirio dei vari tagli e spending review che si susseguono da tre anni, dovendo così affrontare problematiche che aumentano con sempre meno risorse umane e finanziarie.

 D.: In questo momento l’orso marsicano non è un priorità del Ministero?

 R.G.: Le sto dicendo il contrario.

 D.: Quindi l’orso è una priorità?

 R.G.: L’orso è una priorità tanto che facciamo una riunione dell’Autorità di Gestione  giovedì prossimo.

 D.: La scorsa settimana, dietro sollecitazione di Gaianews.it, il Parco ha denunciato la morte di 12 lupi, tutti uccisi da cause antropiche. Il professor Luigi Boitani  dell’Università La Sapienza di Roma si è detto gravemente preoccupato per i pericoli legati ai problemi sanitari (cimurro) e al bracconaggio (avvelenamento) e ha parlato di un bollettino di guerra che minaccia seriamente anche l’orso marsicano. Il Parco sembra assediato, le cause di mortalità di orgine antropica, invece che diminuire sembrano aumentare in intensità. Come intende agire il Ministero dell’Ambiente in proposito?

 R.G.: Siamo ovviamente preoccupati: nell’ambito dei due progetti di cui abbiamo parlato, PATOM e LIFE ARCTOS , stiamo coinvolgendo il Ministero della Salute per un piano sanitario cui dare attuazione. Le segnalo che di tutte le problematiche prettamente naturalistiche che abbiamo indicato finora se ne occupa però un solo, pur ottimo funzionario. Le risorse di questo Ministero andrebbero decuplicate.

 D.: Però Direttore, il Piano d’azione per il Lupo, che aveva scadenza nel 2007, quando la spending review non c’era ancora, è rimasto ugualmente lettera morta. Per l’attuazione del PATOM il problema è solo economico o è un problema di coordinamento?

 R.G.: Un problema di coordinamento non è un problema solo del Ministero. Coordinare tanti soggetti vuol dire che tutti i soggetti coinvolti devono convergere su politiche di conservazione. Non vedo questa proliferazione di cultura e pulsione naturalistica nella società e in tutti gli enti territoriali.
La fatica è che queste problematiche hanno bisogno come l’aria di un coinvolgimento attivo delle comunità territoriali che molto spesso, non sempre per fortuna, pensano di dover essere innanzitutto indennizzate. Sottolineo che siamo in una fase di assoluta carenza di finanza pubblica e quindi quanto è problematica questa questione.
Le problematiche di conservazione in questo Paese non sono assunte come prioritarie. Noi facciamo i salti mortali, ci inventiamo le soluzioni più ardite e più fantasiose, ma il problema che resta è: un paese in crisi assume la conservazione delle specie come prioritaria rispetto allo sviluppo economico?
Quello che mi spiace è che forse non c’è una adeguata sensibilizzazione su questi temi, neanche nella società civile: non avverto, non ho contezza di un impegno spasmodico sui giornali e nella società civile sulle tematiche conservazionistiche e ambientali. Al contrario si moltiplicano le proposte di captive breeding dell’orso, che pure non hanno riscontro nel PATOM. Il fatto sorprendente è che in questa difficile contingenza economica anziché attuare sia pure a fatica le misure già previste, si continui a discutere di progetti con costi enormi e forse neanche pienamente fattibili.   

 D.: L’Autorità di Gestione resta in seno al Ministero? Giovedì prossimo nella riunione ci sarà anche il Ministero oppure no?

 R.G.: Noi presiediamo l’autorità di gestione del PATOM e ospitiamo la riunione. Nell’occasione vorremmo giocare una carta inclusiva sinergizzando il tutto con il lavoro del tavolo tecnico del Life Arctos e le attività delle associazioni e dei vari stakeholder. L’orso non è e non può essere un problema del solo Ministero. Abbiamo già chiesto al PNALM di convocare il tavolo tecnico del PATOM facendolo coincidere con l’analogo Tavolo del Life Arctos.

Orso avvistato a Pescocostanzo (AQ)  Foto:  Luca Rainaldi

Orso avvistato a Pescocostanzo (AQ) Foto: Luca Rainaldi

 

 D.: Il PNALM, ha auspicato recentemente, durante una riunione con le associazioni ambientaliste abruzzesi, che “il Ministero dell’Ambiente con Decreto Ministeriale renda cogente il PATOM per una sua piena applicazione.” Lei cosa ne pensa?

 R.G.: Non si risolvono questi problemi rendendo cogenti i Piani con decreti ministeriali. Piuttosto ci prodighiamo per sinergizzare le risorse anche magari per conseguire un impegno più razionale e più diffuso. Il Ministero invece di stimolare articolazioni cerca di sinergizzare ciò che c’è: l’obiettivo è la tutela dell’orso marsicano, non la proliferazione di strutture o di regole. Le “grida manzoniane” servono a poco, soprattutto senza consenso né sanzioni effettive.

 D.: Quali sono le priorità del Ministero per i prossimi 6 mesi?

 R.G.: Se io adesso le dicessi questo, farei fallire la riunione del 14. Noi il 14 marzo vorremmo avviare alcune sinergie, ove ciascuno sarà chiamato a contribuire attivamente. Dopo di che vedremo assieme cosa decidere e come realizzarlo. Ho rispetto per i tavoli e per coloro che partecipano.

 D.: Quindi il Ministero che ruolo ha?

 R.G.: Il Ministero oggi promuove sinergie finalizzate a salvare l’orso, per poi attivare soluzioni mirate.

 D.: Quindi il Ministero non ha possibilità di movimento rispetto, ad esempio, agli episodi recenti di bracconaggio o alla mancata comunicazione del Parco?

R.G.: Il Parco è un ente autonomo e la sorveglianza è un compito del CFS: forse dobbiamo uscire da un’idea sbagliata per la quale i Parchi sono uffici periferici del Ministero. I nostri Parchi, importantissimi, vanno apprezzati per quello che fanno e criticati se fanno male. Il Parco è un ente pubblico autonomo, non un ufficio del Ministero: siamo i vigilanti, non i proprietari dei Parchi, che piuttosto appartengono all’intera comunità nazionale oltre che a quelle direttamente interessate.

 D.: Dunque un cittadino che ha a cuore la sorte dell’orso a chi deve rivolgersi?

 R.G.: Il cittadino se ha qualcosa da dire innanzitutto parli direttamente con il Parco. Insisto, non siamo i tutori né i titolari dei Parchi. Siamo l’Amministrazione vigilante, vuole dire che valutiamo la legittimità di alcune delibere, neanche tutte. Non possiamo verificarne la gestione corrente, salvo in via eccezionale e su segnalazione mirata acquisire elementi conoscitivi. Il tema, alla fine della scorsa legislatura, è emerso anche in Parlamento ove si è posta la necessità di poter disporre correntemente di elementi conoscitivi e valutativi in merito alla concreta gestione di ciascun Parco nazionale, anche per misurare e giudicare le effettive capacità delle relative governance.

 D.: Quindi se un Parco non funziona ce lo teniamo e basta?

 R.G.: Innanzitutto bisogna pretendere dagli organi del Parco che il Parco funzioni. Poi, se le comunità, gli stakeholder, i soggetti titolati rilevano gravi inefficienze (ovviamente da dimostrare nel concreto, con le relative responsabilità) possono chiedere che venga sostituito il Presidente o il Direttore inefficiente, purché sia chiaro che il Parco non è un ufficio periferico del Ministero. Questa è un’idea sbagliata che ha prodotto danni innanzitutto ai Parchi, quando erroneamente ritenuti uffici periferici del Ministero.

Il Ministero sia chiaro non può salvare l’orso da Roma e da solo, e per di più con scarsissime risorse umane e finanziarie. I nostri tecnici hanno bisogno di tutti i soggetti: parchi, ISPRA, amministrazioni, comunità locali, associazioni, province, regioni, e questo è evidente. Ma soprattutto, c’è bisogno di un’opera di gigantesca sensibilizzazione su ciò che è davvero prioritario e “irripetibile”, usando un termine del mercato globale, in Italia: e cioè la tutela delle specie protette, degli ecosistemi, delle aree protette, della biodiversità, del nostro mare, della nostra natura, veri e unici elementi distintivi del nostro migliore “made in Italy”.

 

 

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  • Gaetano de Persiis scrive:

    Mi auguro di essere smentito, ma ho ricevuto una pessima impressione dalle dichiarazioni del Dr. Grimaldi: dichiarazioni che vorrebbero dir tutto e, di fatto, non dicono nulla perché non pare che il Ministero abbia intenzione di seguire strade diverse da quelle percorse (si fa per dire!) sinora.

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    “Stiamo cercando di avviare queste sinergie anche tenendo conto della difficile situazione finanziaria che vive il paese … Occorre inserire i problemi di cui stiamo parlando nel plesso ampio delle problematiche che viviamo tutti in questo momento storico … C’è in atto una riflessione in senso ampio, che non può che concernere anche le implicazioni sociali e sociologiche delle problematiche della conservazione … pensi la difficoltà che ha il Paese a sinergizzarsi per qualsiasi politica. Quindi si figuri su una problematica così delicata e specifica, nel tempo e nel contesto ampio delle difficoltà che vive il Paese … per noi questo tema pur rilevantissimo va comunque collocato tra le mille priorità quotidiane di cui ci occupiamo … L’orso non è e non può essere un problema del solo Ministero … ci prodighiamo per sinergizzare le risorse anche magari per conseguire un impegno più razionale e più diffuso…
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    Queste non sono dichiarazioni d’intenti: è uno sconfortante fritto misto che avrà, come unico risultato, il perpetuarsi dell’inerzia fin qui tollerata (forse …auspicata).

    Tanto per non farci stordire da questi inconcludenti “voli pindarici” e rimanere, quindi, con i piedi ben piantati per terra, sarebbe bene ricordare che se non è possibile risolvere i problemi rendendo cogenti i Piani (PATOM) con decreti ministeriali, figuriamoci se lo sarà mai lasciando che ognuno dei firmatari possa impunemente continuare ad abbandonarsi a quella singolare “creatività” amministrativa ampiamente consentita dalle infinite pieghe insite nei reciproci rapporti fra Stato, Regioni, Province, Comuni, Enti varii … e compagnia cantando.
    Se le “grida manzoniane” servono a poco, figuriamoci a cosa potrà portare la politica (ed il politichese) dei Don Abbondio, dei “vasi di terracotta costretti a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro” (e che vasi di ferro!!!).

    E, poi, questa ricorrente e ormai stantìa lagnanza sulla carenza di risorse finanziarie…!!
    E’ possibile che nessuno ricordi che, fra le strategie di conservazione, sono state individuate azioni a COSTO ZERO!!!
    Una per tutte: “esclusione della sola caccia al cinghiale in braccata” -cfr. paragrafo 2.2) punto 5)-
    Alla ratifica del PATOM da parte della Regione Lazio, con Deliberazione della Giunta Regionale n°117 del 19.02.2010, è seguita, nel successivo mese di agosto (che tempestività!!!), la deliberazione di “zone di caccia al cinghiale” in “area orso” (con svariate segnalazioni in proposito) da parte della Provincia di Frosinone. Cosciente …inconsapevole? Non si sa! E non si sa semplicemente perché nessuno gliene ha reso conto!!!
    Non crede, il Dr. Grimaldi, che qualcuno (chi: Ministero, Regione? In oltre due anni, nessuno!!) avrebbe dovuto richiamare la Provincia di Frosinone al rispetto degli intenti sottoscritti nel PATOM o, in alternativa, di sospenderla dal Protocollo stesso liberamente da essa sottoscritto fin dalla sua adozione!

    Chi avrebbe dovuto, secondo il Dr. Grimaldi, vigilare ed intervenire su queste “piccole” deviazioni?
    Non lui, certo! Ci mancherebbe altro! Non il suo “pur ottimo funzionario” oberato, come ci ha detto, da eccessive incombenze! Non la Regione! Chi, allora? Ce lo potrebbe spiegare, ritagliando un po’ di tempo fra OGM e Concordia?

    Mala tempora currunt …sed peiora parantur!!!

  • Stefano scrive:

    Intanto, al di la’ delle diplomatiche dichiarazioni del Dott. Grimaldi,cio’che lui dice oggi a gaianews e’ quasi l’opposto di cio’ che dichiaro’il dott. Dupre’ che a lui, se non mi sbaglio, riporta gerarchicamente all’interno del Ministero quindi prendo atto con soddisfazione che qualcosa e’ cambiato nel clima generale che ha circondato il problema della conservazione dell’orso marsicano negli ultimi anni. Perche’ cio accada solo oggi puo’ avere piu’ di una spiegazione ….forse la sensazione di un aggravamento della situazione della specie,forse il rinnovato attivismo di piccoli gruppi di cittadini e delle loro associazioni che magari si davano per spazzati via dalla crisi economica e indaffarati a sopravvivere piuttosto che a occuparsi di ambiente e natura,forse la macroscopica inefficienza del maggior gestore dell’orso il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise risaltata appieno nelle ultime vicende (le uccisioni di fauna selvatica in pieno Parco)o forse le gravi sanzioni che l’Europa potrebbe comminare per inadempienza conclamata alle sue direttive in materia ambientale ?? Non lo sapremo mai di sicuro cosa ha determinato questo timido risveglio di interesse del nostro Ministero dell’Ambiente che seppur dichiarando che i Parchi non sono sue succursali non puo’ pero’ negare che delle politiche ambientali di questo paese deve essere responsabile ed artefice pena altrimenti una dichiarazione di fallimento e di inutilita’dello stesso. Quindi archiviata la soddisfazione per un inizio di presa di responsabilita’del suo Ministero ci piacerebbe che il Dott Grimaldi ed il suo team facessero lo sforzo di intraprendere strade nuove ,lasciando quelle gia’ battute e rivelatesi fallimentari, privilegiando nuove soluzioni che non richiedono milioni di euro ma soggetti decisi ad agire e a mettere in campo concretezza ed attivismo ottimista, che non si fermino alle prime difficolta’ e che non abbiano timore a dire cose magari scomode ma che nei loro ruoli non possone esimersi dal dire …da urlare se necessario ! Se questo accadra’ il Ministero e coloro che avranno la responsabilita’ della politica di conservazione dell’orso potranno certamente contare su una parte non piccola dell’opinione pubblica…ma ripeto vanno abbandonate le vecchie comode abitudini di riversare su spalle troppo gracili un impegno gravoso per poi lavarsene le mani !

  • Bruno Petriccione scrive:

    E’ la solita storia italiana. Nessuno ha responsabilità, nessuno vuole prendersele. Grimaldi le scrica sulla crisi economica e sulla insensibilità dell’opinione oubblica. Invece è il Ministero cje ja il dovere di applicare le normative europee e nazionali, sempre e comunque, se necessario anche con la forza di atti giuridicamente vincolanti (le sanzioni ci sono, almeno per SIC e ZPS, sono state già emanate proprio per iniziativa dello stesso Ministero).